Ottuso
Il termine ottuso deriva dal latino obtūsus, a sua volta derivato dal verbo obtundĕre (che può essere tradotto come "smussare" o "smussare"). La nozione è usata in modi diversi a seconda del contesto.
Il primo significato di ottuso menzionato dalla Real Academia Española (RAE) nel suo dizionario allude a ciò che è smussato; cioè, che non ha un punto. Un oggetto ottuso, in questo contesto, manca di un'estremità appuntita. Per esempio: "L'esperto ha determinato che la vittima è stata colpita con un elemento ottuso".
È più comune usare ottuso per riferirsi a un individuo ottuso o smussato. La persona ottusa, quindi, ha difficoltà a capire o a ragionare su questioni che sono semplici per la maggior parte delle persone. Il concetto descrive anche qualcuno che è maldestro, limitato o stupido: "Il proprietario dell'azienda è un uomo ottuso che ha ereditato la fortuna dei suoi genitori", "Non essere ottuso e ascolta il tuo allenatore, lui sa di cosa sta parlando", "Siamo in balia di un governo ottuso che non riesce a risolvere i problemi economici più urgenti".
Nel campo della geometria, appare l'idea di angolo ottuso. È il nome dato a un angolo che misura più di 90° ma meno di 180°. L'angolo ottuso è quindi maggiore dell'angolo retto e minore dell'angolo retto.
Il triangolo con un angolo ottuso e due angoli acuti si chiama triangolo ottuso o triangolo ottuso. Poiché gli angoli interni di un triangolo devono sempre sommarsi a 180°, non è possibile che un triangolo abbia più di un angolo ottuso.
Il triangolo ottuso appartiene al gruppo dei cosiddetti triangoli obliqui o obliqui, che sono caratterizzati dal non avere angoli retti (di 90°). Questo significa che non può essere risolto con il teorema di Pitagora come possiamo fare con i triangoli retti; invece, la sua risoluzione richiede l'applicazione delle leggi dei seni o dei coseni, a seconda del tipo di triangolo.
Un altro dei triangoli che si trova in questo gruppo è il triangolo acuto, che è composto da tre angoli inferiori a 90°, cioè acuti, e questo gli dà il nome. In qualsiasi triangolo esiste il concetto di centroide (o baricentro), che è definito come l'intersezione di tutti gli iperpiani che tagliano l'oggetto (in questo caso, il triangolo) in due parti di uguale volume.
Quando si parla del centroide dei triangoli, bisogna menzionare le mediane (dette anche trasversali di gravità), i tre segmenti che vanno da ogni vertice al punto medio del suo lato opposto. In altre parole, se tagliamo ogni lato a metà, la mediana è disegnata da lì al vertice opposto, cioè l'unico che non tocca quel lato.
C'è anche l'incentro, che si ottiene disegnando un cerchio che tocca tutti e tre i lati del triangolo senza uscire dal triangolo, e poi individuandone il punto centrale. L'ortocentro, invece, è il punto in cui si intersecano le linee che contengono le altezze del triangolo. Il circocentro, infine, si chiama anche cerchio circoscritto e si ottiene disegnando un cerchio che passa per tutti i vertici di una figura e lo contiene al suo interno.
Va detto che questi ultimi due concetti distinguono il triangolo ottuso dal triangolo acuto, poiché in quest'ultimo si osserva all'interno, mentre nel primo, all'esterno. Per calcolare le suddette altezze, dobbiamo tracciare un segmento perpendicolare da ogni lato verso il vertice opposto; mentre in un triangolo acuto l'intersezione avviene all'interno, in un triangolo ottuso avviene all'esterno del triangolo, e questo spiega la differenza di cui sopra.