Diritto penale
Originando dalla parola latina directum, il diritto si riferisce ai postulati di giustizia che costituiscono l'ordine normativo di una società. Basato sulle relazioni sociali, il diritto è l'insieme delle regole che aiutano a risolvere i conflitti derivanti dalla condotta umana.
Il diritto penale è il ramo del diritto che stabilisce e regola la punizione dei crimini o dei reati, attraverso l'imposizione di determinate pene (come la reclusione, per esempio).
È possibile distinguere tra diritto penale oggettivo (ius poenale), che si riferisce alle norme penali stesse, e diritto penale soggettivo (ius puniendi), che prevede l'applicazione di una sanzione a chi realizza le ipotesi previste dal diritto penale oggettivo.
Sappiamo che il diritto ha il compito di regolare le attività degli uomini che vivono in società e che mantengono rapporti con il resto degli uomini. In questo modo, il diritto cerca di proteggere la pace sociale con regole che sono imposte dall'autorità, la quale, a sua volta, ha il monopolio dell'uso della forza.
L'obiettivo principale del diritto penale è quello di promuovere il rispetto dei beni legali (qualsiasi bene vitale della comunità o dell'individuo). A tal fine, vieta i comportamenti che mirano a ferire o mettere in pericolo un bene giuridico. Ciò che il diritto penale non può fare è impedire che certi effetti si verifichino.
Lo Stato ha due strumenti a sua disposizione per reagire al crimine: le misure di sicurezza (che cercano di prevenire) e le pene (che implicano la punizione). La punizione, quindi, implica una restrizione dei diritti del colpevole.
Organizzazione del diritto penale
Come è successo nella maggior parte degli aspetti dell'organizzazione sociale, perché il diritto penale diventasse quello che conosciamo oggi c'è stato un processo piuttosto lento, attraverso il quale sono state sperimentate diverse metodologie e idee e si è cercata la forma in cui sarebbe stato infine costituito. In questo processo si possono indicare diverse fasi, che sono:
*Fase iniziale: in questo periodo non esistevano leggi chiare, ma una serie di divieti derivati da forti credenze religiose che imponevano dure punizioni a chiunque osasse violarle, questi mandati erano chiamati tabù.
C'era un altro termine, vendetta, che permetteva a coloro che avevano subito un danno da un altro gruppo di farsi giustizia da soli punendo i loro aggressori con un male maggiore di quello che avevano ricevuto. Non c'erano limiti, erano le vittime a fissarli. L'esecuzione successiva della vendetta tra individui di parti diverse era ciò che portava ripetutamente alla guerra tra di loro.
* Fase della Legge di Talione: In questo periodo si creò un limite alla vendetta suddetta che fu fissato dalle Tavole della Legge di Mosè; dove si esprime che la pena deve essere uguale in grandezza al danno subito.
* Emergenza della giustizia politica: Con la nascita del diritto penale romano, la giustizia cominciò ad avere senso. Da questo modo nacque la differenziazione tra crimini pubblici e privati; i primi erano quelli che colpivano l'ordine pubblico e i secondi erano di natura personale tra due individui o famiglie. In ogni caso si scelse un diverso tipo di punizione, sempre basato sulla legge del talion, cioè la punizione veniva inflitta in base al danno causato dall'individuo.
Da questo momento in poi si consolidò lentamente la giustizia come la conosciamo oggi; prima si stabilirono i passi da seguire nel procedimento penale (accusa, prove del reato e condanna) e successivamente si stabilì la differenza tra reati intenzionali e negligenti, sviluppando diverse teorie e dottrine che permettevano la corretta esecuzione delle pene.
Oggi, secondo i contributi delle varie culture che si sono preoccupate di stabilire un codice per condannare equamente gli accusati, abbiamo un solido diritto penale che teoricamente protegge gli innocenti e collabora con l'instaurazione della giustizia in tutti i suoi ordini; anche se, purtroppo, questa esigenza non è soddisfatta in tutti i casi.