Taciturno
La prima cosa che faremo per poter entrare pienamente nel chiarimento del significato del termine taciturno non è altro che conoscere la sua origine etimologica. In questo senso, possiamo affermare che deriva dal latino, in particolare dalla parola "taciturnus", che deriva dal verbo "tacere", che può essere tradotto come "tacere".
Taciturn è un aggettivo che si riferisce a una persona di poche parole o che soffre di qualche rimpianto. Il concetto può essere inteso come l'opposto di loquacità, sfacciataggine o verbosità.
Per esempio: "Non mi fido di Osvaldo: è un uomo taciturno, che non parla con nessuno", "Sono stato taciturno per diversi giorni perché non riesco ancora ad assimilare la novità", "Il vecchio, taciturno, rispondeva appena alle domande degli stranieri con monosillabi".
Supponiamo che un attore, ogni volta che appare in pubblico, stia lontano dal trambusto. Con una faccia affranta, questa figura preferisce non parlare con i giornalisti o mantenere il contatto con la gente. Si rifiuta persino di fare foto con i fan o di firmare autografi. Dati questi atteggiamenti, l'attore può essere descritto dalla stampa come taciturno.
La taciturnità può essere legata alla personalità di un individuo o a qualche evento straordinario. Un giovane allegro e loquace può essere taciturno per diversi giorni a causa di un test medico a cui deve sottoporsi. Poiché questo studio lo preoccupa molto, il suo atteggiamento abituale cambia. Una volta superato il test e i risultati lo rassicurano, il ragazzo non è più taciturno e il suo entusiasmo ritorna.
Guglielmo d'Orange-Nassau (1533-1584), meglio conosciuto come Guglielmo il Taciturno, era un principe d'Orange che prese parte alla lotta contro i re di Spagna e condusse la lotta che portò alla cosiddetta Guerra degli Ottant'anni. La sua vita terminò quando fu assassinato da Balthasar Gérard.
A tutto ciò possiamo aggiungere che ci sono diverse opere culturali che usano la parola di cui stiamo parlando nei loro titoli. Questo sarebbe il caso, per esempio, del film "Django, il taciturno". Fu diretto da Massimo Pupillo e interpretato da attori del calibro di George Eastman, Luciano Rossi, Mimmo Maggio e Liana Orfei. Ruota intorno alla figura di Bill Django che, dopo aver aiutato una carovana di coloni e una donna indifesa il cui marito è stato assassinato da un contrabbandiere, decide di intraprendere un viaggio alla ricerca di una miniera nascosta che si crede contenga molto oro.
Nell'ambito della letteratura per bambini e giovani adulti, invece, troviamo libri come quello intitolato "Le favolose cronache del topo taciturno", scritto da Martín Romero. È una graphic novel che ci avvicina alla figura del protagonista che deve affrontare la separazione dei suoi genitori. E per superarlo andrà al villaggio dove incontrerà un vicino singolare che gli permetterà di scoprire nuovi mondi.