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Fonetica

La parola greca phōnḗ, che può essere tradotta come "voce" o "suono", deriva da phōnētikós. Questo termine, a sua volta, ha dato origine nel latino moderno a phoneticus.

Nella nostra lingua l'idea è venuta come phoneticus, che può essere usato come aggettivo o come nome. Secondo il primo significato menzionato dalla Reale Accademia Spagnola (RAE) nel suo dizionario, il concetto allude a ciò che è legato ai suoni del discorso.

Fonetica, in questo quadro, può riferirsi ai suoni di una lingua. Prendiamo il caso di un attore spagnolo che non capisce l'inglese ma che tuttavia interpreta un personaggio in un film in lingua inglese. L'artista memorizza e ripete ciò che ha da dire per fonetica: cioè per il suo suono, anche se senza conoscerne il significato.

Nel campo della linguistica, la fonetica è la branca della grammatica che si concentra sull'analisi dei processi che rendono possibile produrre, trasmettere e percepire i segnali sonori che formano il discorso. In fonetica è possibile distinguere tra fonetica acustica, fonetica articolatoria e fonetica uditiva.

La fonetica acustica, associata alla fisica, si concentra sulle caratteristiche dell'onda sonora trasmessa attraverso un canale. La fonetica articolatoria, invece, si occupa della costruzione del messaggio da parte del trasmettitore che produce i suoni. Infine, la fonetica uditiva analizza come l'onda sonora si comporta all'interno dell'orecchio e come il ricevente interpreta ciò che percepisce.

Si può dire che il mittente, usando la fonetica articolatoria, codifica il suo messaggio. Il ricevitore, nel frattempo, lo decodifica per mezzo della fonetica uditiva. Infine, la fonetica acustica è associata al canale di trasmissione.

Di Gough Jandres

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