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Accento prosodico

Il primo passo per capire il significato del termine accento prosodico è quello di determinarne la sua origine etimologica. In particolare, attraverso le due parole che lo formano:
-Accento. È una parola che deriva dal latino, in particolare da "accentus", che è il risultato della somma di due componenti chiaramente delimitate: il prefisso "ad-", che può essere tradotto come "verso", e il sostantivo "cantus", che significa "canto".
-Prosodico, che deriva dal greco "prosoidikos" e significa "relativo al tono, al canto, all'accento o alla modulazione". È un termine composto da queste parti: il prefisso "pros-", che significa "accanto"; il sostantivo "oide", che è sinonimo di "canzone", e il suffisso "-ico", che significa "relativo a".

Accento è un termine che può essere usato per nominare l'energia applicata quando si pronuncia una sillaba, con lo scopo di differenziarla dal resto per il suo tono o intensità. Prosodico, invece, è legato alla prosodia (la branca della grammatica che istruisce sulla corretta accentuazione e pronuncia).

 

L'accento prosodico è il rilievo che si emette nella pronuncia. Quando questo rilievo è indicato nella scrittura delle parole dalla tilde (una linea obliqua che scende da destra a sinistra), si parla di accento ortografico.

Come si vede, l'accento prosodico è quello che si applica nella pronuncia, mentre l'accento ortografico è espresso dalla tilde. La sillaba che viene sottolineata, invece, si chiama proprio sillaba sottolineata.

Prendiamo il caso della parola "cane". È una parola di due sillabe: ca - ne. La sillaba sottolineata è ca: l'accento cade su di essa. "Cane" è quindi una parola accentata sulla penultima sillaba, che termina con una lettera vocale. Le regole ortografiche della lingua italiana indicano che, in questi casi, l'accento non si usa.

La parola "lottò" ha anche due sillabe: lot - tò. La sua sillaba tonica è tò ma, in questo caso, oltre all'accento prosodico, ha anche un accento ortografico (tilde). Questo perché l'accento è sull'ultima sillaba e la parola finisce per vocale: secondo le regole dell'ortografia, tali parole hanno una tilde per marcarne l'accento.

Così, per esempio, nella parola "edificio", l'accento prosodico cade direttamente sulla sillaba "fi".Senza dimenticare che ci sono molte altre parole in italiano che hanno anche lo stesso accento, tra cui "zanna", "padre", "fazzoletto", "vestito", "cinema" e "bellezza".

Un modo per capire la differenza tra accento prosodico e accento ortografico, dopo quanto detto sopra, è attraverso alcune frasi:
- Nella frase "Abbiamo viaggiato fino a lì", lì è una parola con accento ortografico.
- Nella frase "All'aeroporto di Barajas ci sono molti aerei", quest'ultima parola non ha un accento ortografico ma un accento prosodico.

Di Zweig Housewright

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