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Singolare

Singolare è una nozione che deriva da singulāris, un termine della lingua latina. Come aggettivo, può essere usato per qualificare ciò che è infrequente, anomalo o sorprendente.

Nel campo della grammatica, il concetto di singolare si riferisce alla quantità di un singolo elemento a cui una parola allude. In altre parole, i sostantivi espressi al singolare si riferiscono a una sola cosa o a un solo esemplare della specie o del tipo in questione.

Il sostantivo "cane", per esempio, è espresso al singolare. D'altra parte, "cani" è lo stesso sostantivo ma menzionato al plurale. Se qualcuno dice di avere "un cane", ha solo un animale di questa specie. Il caso di qualcuno che afferma di avere "cani" è diverso: può avere due, tre o più animali.

Con i sostantivi collettivi c'è una particolarità: al singolare, menzionano un gruppo di diversi elementi simili. Un "branco" (singolare) è un gruppo di cani, diversi "branchi" (plurale) sono diversi gruppi di gruppi.

Come i sostantivi collettivi non possono esprimere l'idea di un singolo esemplare o individuo di una classe, così i sostantivi non numerabili (come acqua, olio, paura, aria, piacere, inchiostro e vento) sono incommensurabili, non possono essere contati o implicare una quantità specifica.

Mentre frasi come "devo comprare un'acqua" o "questi sono i miei unici piaceri" sono accettabili nel discorso di tutti i giorni, sono in realtà un modo sciolto e troppo conciso di comunicare certe idee; in questi casi particolari, "un'acqua" si riferisce probabilmente a "una bottiglia d'acqua", mentre i "piaceri" sono in realtà "attività" o "situazioni" che danno piacere al mittente.

In spagnolo associamo l'idea di plurale alle parole che finiscono in 's', quindi assumiamo che tutti gli altri nomi siano singolari. Avendo definito i concetti di sostantivo collettivo e non numerabile, va da sé che questa regola non è molto affidabile.

D'altra parte, attenersi così strettamente all'idea che la 's' finale indica la presenza di un plurale può essere controproducente quando si studiano altre lingue, nelle quali le regole sono diverse. In inglese, per esempio, abbiamo esempi di parole in cui il singolare e il plurale si scrivono esattamente allo stesso modo, come nel caso di "fish" e "sheep". C'è anche il caso della parola "bambini", che è il plurale di "child".

Come se questa differenza non fosse abbastanza scioccante per gli ispanofoni, ci sono alcune lingue in cui il sostantivo non può essere classificato secondo il numero, poiché non include questa idea nel suo significato; è il caso del giapponese, dove il contesto è sempre necessario per sapere di quanti oggetti o soggetti si sta parlando, o almeno se è uno o diversi.

Di Schnabel Njango

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