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Fusibilità

Fusibilità è la condizione di fusibilità: che può fondere (sciogliersi). Perciò, la fusibilità di un materiale si riferisce alla sua predisposizione a fondere o sciogliersi.

Conoscere la fusibilità di qualcosa determina la possibilità di produrre parti fuse. La chiave è il punto di fusione, che è la temperatura alla quale una sostanza passa dallo stato solido a quello liquido.

Più basso è il punto di fusione, maggiore è la fusibilità. Se il punto di fusione è molto alto, invece, si dice che il materiale è refrattario. Ecco perché un materiale refrattario ha una bassa fusibilità.

Supponiamo che una persona voglia eseguire una saldatura. Per raggiungere il suo obiettivo, ha bisogno di lavorare con materiali ad alta fusibilità, con un basso punto di fusione. In questo modo, applicando calore, li fonderà e li salderà, fondendoli insieme.

Nel campo della mineralogia, la fusibilità è stata studiata dal tedesco Wolfgang Franz von Kobell (1803- 1882), che ha sviluppato una scala con sette livelli conosciuta come la scala Kobell.

Ogni livello ha un minerale di riferimento. Il primo livello della scala Kobell presenta l'antinomite o stibnite, che ha un punto di fusione approssimativo di 525ºC. In livelli successivi, dalla fusibilità più alta a quella più bassa, ci sono la natrolite (con un punto di fusione di circa 800 ºC); l'almandite o almandino (1050 ºC); l'actinolite (1200 ºC); l'ortoclasio (1300 ºC); il broncite (1400 ºC); e il quarzo (considerato infusibile).

La fusibilità, insomma, è importante in molti ambiti. L'industria pesante, il fabbro e l'ingegneria tengono spesso conto di questa proprietà dei materiali.

Di Shana Tapaoan

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