Pasquín
La storia etimologica del termine pasquin è curiosa. Il concetto viene da Pasquino, che è il nome di una scultura romana su cui venivano lasciati testi satirici. Si tratta di una scultura del III secolo a.C. che è stata trovata durante gli scavi per lo sviluppo della nota Piazza Navona a Roma. Fu trovato in cattive condizioni e quindi non fu voluto dai patroni e dalle importanti autorità ecclesiastiche. Si decise quindi di collocarla in una rete di strade dietro la piazza, e lì rimane.
Ha cominciato ad essere chiamato Pasquino perché assomigliava ad un barbiere locale che era molto loquace, che aveva quel nome e che conosceva tutti i pettegolezzi locali.
Si ritiene che il primo testo satirico che fu posto sulla suddetta statua, il primo pasquino, fosse diretto contro la figura di Urbano VIII.
In particolare, in quel documento egli veniva duramente attaccato per aver permesso e incoraggiato la fusione di varie opere artistiche in bronzo per realizzare la costruzione di cannoni.
Per estensione, il termine pasquín è usato per riferirsi a messaggi esposti in uno spazio pubblico che non portano una firma e che includono una qualche forma di satira o di critica alle autorità, a una personalità o a un'organizzazione.
Oggi l'uso più frequente della nozione si riferisce a una pubblicazione dal contenuto sensazionalista e offensivo, lontano dall'etica giornalistica. È un termine dispregiativo, che parla della qualità del mezzo in questione.
Per esempio: "Il presidente non può andare a rispondere a tutto ciò che viene pubblicato in una rivista", "Quando ho iniziato a fare giornalismo, ho dovuto lavorare in una rivista che inventava notizie sulle celebrità dell'epoca", "Da quando il direttore si è dimesso, questo giornale è diventato una rivista senza credibilità".
È facile capire la nozione di pasquín quando si pensa ai parametri che i giornali considerati seri o rispettabili seguono di solito. Mentre un giornale di qualità pubblicherà solo notizie che sono state controllate e confermate con varie fonti, il pasquín presenterà voci come se fossero fatti verificabili. D'altra parte, un giornale responsabile eviterà il cosiddetto giornalismo giallo, lasciando da parte foto raccapriccianti e commenti diffamatori. Un pasquín, invece, non esiterà a pubblicare immagini luride sulla sua prima pagina o a fomentare la polemica attraverso aggressioni e insulti.
Inoltre, non possiamo trascurare il fatto che Pasquín è anche uno spagnolo. Così, per esempio, troviamo la figura di José María Pasquín. Si tratta di un importante uomo d'affari spagnolo che è sposato con Nuria March, una donna d'affari molto conosciuta nel paese che è a capo di una delle più rinomate agenzie di comunicazione.
A Cadice c'è anche un importante monumento che sceglie di usare questa parola nel suo nome. Ci riferiamo alla Casa Palacio de los Pasquín, che risale al XVIII secolo e apparteneva alla famiglia che le dà il nome. Si distingue per essere uno dei migliori esempi di architettura di Cadice.