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Partigiano

La Reale Accademia Spagnola (RAE), nel suo dizionario, indica che partigiano è sinonimo di guerrigliero. Il concetto, quindi, si riferisce a qualcuno che fa parte di una guerriglia: un gruppo di combattenti che non dipendono direttamente da un esercito e che si dedicano ad affrontare un nemico.

Al di là di questa definizione formale o accademica, il termine non è solitamente usato per riferirsi a qualsiasi tipo di guerriglia. La nozione di partigiano è generalmente usata per riferirsi a qualcuno che affronta un esercito di occupazione. Più specificamente, l'idea è associata ai membri dei gruppi clandestini che, nel contesto della seconda guerra mondiale, formarono la resistenza contro il nazismo e i suoi alleati.

Prendiamo il caso dei partigiani ebrei. Questi individui si riunirono in truppe irregolari che combatterono contro i nazisti in diverse regioni del continente europeo. Si stima che ci fossero più di 20.000 partigiani ebrei, molti dei quali fuggiti dai campi di concentramento e dai ghetti.

I partigiani jugoslavi, nel frattempo, si opposero alle forze di Germania, Italia e Giappone nella regione balcanica. Guidati da Josip Broz (meglio conosciuto come Maresciallo Tito), facevano parte del cosiddetto Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo e dei Distaccamenti Partigiani.

Anche in Italia erano attivi numerosi partigiani. Questa resistenza contro il fascismo e il nazismo fu attiva tra il 1943 (dopo l'invasione nazista dell'Italia) e il 1945 (quando avvenne la resa tedesca).

L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (U.R.S.S.), l'Albania e la Francia furono altri paesi che videro i partigiani in azione durante la seconda guerra mondiale.

I partigiani furono attivi anche in Italia.

Di Danell

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