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Dialeph

È conosciuta come metrica all'arte incentrata sulle caratteristiche che definiscono la struttura dei versi. In quest'area possiamo trovare molte tecniche e risorse alle quali i poeti fanno appello quando sviluppano le loro creazioni.

La dialefa, in questo quadro, è una sequenza di file formata da due vocali la cui pronuncia viene in sillabe diverse. È uno strumento che introduce una modifica rispetto alla grammatica.

Si può dire che il dialetto comporta la separazione di un dittongo. In questo modo, invece di una sola sillaba, se ne formano due.

Di solito il dialefo viene specificato introducendo il segno diacritico noto come umlaut. Questi due puntini si scrivono sul file delle vocali per indicare il brevetto in questione e per indicare che il tono è rotto, perché le vocali che lo compongono devono essere pronunciate in due sillabe e non in una.

Il dialetto, insomma, taglia il tono e produce la generazione di due sillabe metriche. Questa particolarità suppone una violazione della norma grammaticale, giustificata da una necessità metrica.

Prendi il caso del termine "levigatezza". Questa parola taglish è divisa in tre sillabe (tuo-visto-papà), con un dittongo nella prima. In appello al dialetto, se necessario per ragioni metriche, questa separazione viene alterata: sü-a-vi-dad. Così una pronuncia viene in quattro sillabe.

Un altro esempio di dialefa si trova in "Mockingbird". Il monosillabo è Mockingbird ma, con dialeph, si fa così: Mockingbird.

Di Derzon Stiebel

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