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Etnometodologia

La nozione di etnometodologia non fa parte del dizionario della Reale Accademia Spagnola (RAE). Il concetto cominciò ad essere utilizzato negli anni '60 in riferimento ad una corrente della sociologia e della psicologia sociale che sostiene che il mondo sociale si costruisce in modo continuo e quotidiano, costituendosi come una realtà intelligibile e oggettiva.

Secondo l'etnometodologia, il mondo sociale si auto-organizza attraverso le azioni pratiche realizzate dai membri di una comunità. Ciò implica che né l'attività politica né lo Stato sono responsabili di tale ordine.

Per l'etnometodologia, insomma, gli individui producono attività sociali quotidiane e, allo stesso tempo, conferiscono loro un significato. L'americano Harold Garfinkel (1917-2011) è noto come il creatore di questo approccio, che attribuisce all'individuo il ruolo centrale nella produzione della società.

A differenza di altri sociologi, Garfinkel sosteneva che l'atto dell'essere umano viene prima, e poi appaiono le leggi. L'etnometodologia ritiene quindi che i soggetti cambino le leggi a seconda del contesto, non che le leggi cambino l'azione umana.

La determinazione dell'ordine sociale, quindi, è data dai successivi atti interpretativi delle persone. Questi atti danno senso alla vita quotidiana e generano fatti sociali, dice l'etnometodologia.

Quanto alle strutture sociali, l'etnometodologia le definisce come processi che non possono essere separati dalle pratiche degli individui. Non sono, quindi, stati fissi.

Di Tristan Kevan

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