Intracellulare
Per scoprire il significato del termine intracellulare è necessario, prima di tutto, conoscere la sua origine etimologica. In questo caso, dobbiamo sottolineare che si tratta di una parola che deriva dal latino e che è stata formata dalla somma di diversi componenti lessicali latini come i seguenti:
-Il prefisso "intra-", che significa "dentro".
-Il sostantivo "cellula", che può essere tradotto come "cella" o "piccola cella".
-Il suffisso "-ar", che è usato per indicare "appartenenza" o "relazione".
L'aggettivo intracellulare è usato per riferirsi a ciò che si trova o si sviluppa all'interno di una cellula: il costituente fondamentale di un essere vivente, che ha la capacità di riprodursi autonomamente.
Il liquido intracellulare, in questo contesto, è un fluido che si trova all'interno delle cellule. La membrana cellulare ha il compito di separarla dal liquido extracellulare e di gestire il passaggio delle sostanze che sono disciolte in entrambi.
Nelle cellule, quindi, ci sono compartimenti intracellulari, dove viene immagazzinato il fluido intracellulare. Una bassa concentrazione di sodio e un'alta concentrazione di potassio sono due delle caratteristiche di questo fluido.
Si deve notare che il fluido intracellulare è il componente principale del citosol, chiamato anche matrice citoplasmatica. Nelle cellule eucariotiche, per esempio, il citosol fa parte del citoplasma.
I recettori intracellulari si trovano nel citosol e nel nucleo della cellula. Questi elementi permettono di identificare i messaggeri chimici, come gli ormoni e i neurotrasmettitori.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che quando si parla di batteri intracellulari, dobbiamo prendere in considerazione che ci sono due modelli molto distinti:
- Batteri facoltativi, che hanno la particolarità di poter vivere sia nell'ambiente extracellulare che intracellulare. Questo gruppo comprende batteri come Legionella, Listeria e Salmonella.
- Batteri obbligati. Questo gruppo comprende i batteri che hanno bisogno dell'ambiente cellulare interno non solo per sopravvivere ma anche per moltiplicarsi. Inoltre, non sono in grado di sopravvivere al di fuori delle cellule. Esempi di questo tipo di batteri sono le cosiddette clamidie e i batteri conosciuti anche come rickettsia.
La digestione intracellulare, nel frattempo, è un processo di nutrizione eterotrofa che le amebe e altri organismi unicellulari svolgono all'interno della cellula. Grazie al loro sistema enzimatico, questi organismi possono degradare le molecole nei vacuoli. Gli enzimi idrolitici che permettono il processo sono generati principalmente dai lisosomi.
È anche importante sapere che questo tipo di digestione deve essere chiaramente differenziata da quella che viene chiamata digestione extracellulare. Ciò che distingue l'uno dall'altro è che mentre la digestione intracellulare richiede un sistema digestivo, la digestione extracellulare no.
Traffico intracellulare, trasporto intracellulare e messaggero intracellulare sono altre nozioni che possono essere costruite dall'uso dell'aggettivo intracellulare.