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Spurio

L'aggettivo spurio, che deriva dal latino spurius, è usato per qualificare ciò che degenera dalla sua natura o origine: cioè, che non corrisponde al suo stato primordiale o ai suoi antenati.

Un figlio spurio, su questo marchio, è la prole di una relazione non matrimoniale o il figlio illegittimo di un padre, sconosciuto o conosciuto. Anche se la definizione varia a seconda della legislazione, si può dire che un individuo la cui madre è vedova o non sposata al momento della sua nascita e il cui padre non è registrato è un bambino spurio. Un figlio spurio è anche la prole di una coppia che, al momento del concepimento e della nascita, non poteva essere sposata.

In tempi antichi, i figli spuri erano discriminati e non avevano diritto all'eredità. Oggi, invece, figli spuri e figli legittimi sono sullo stesso piano davanti alla legge.

Questo ci porta a riflettere sull'instabilità che caratterizza la morale: nel corso della storia della nostra specie, i concetti di bene e male, giusto e sbagliato, decente e indecente sono cambiati numerose volte, in varie direzioni, e non abbiamo ancora raggiunto un equilibrio, forse perché non è possibile. Certe cose che in passato erano considerate inaccettabili sono oggi prese con assoluta normalità, e lo stesso vale al contrario.

L'idea di spurio è usata anche per alludere a ciò che è falso o fraudolento. Quando qualcosa è adulterato o è una contraffazione o un'imitazione, può essere chiamato spurio.

In questo senso, la nozione di spurio è spesso usata rispetto a ciò che è degenerato (come una deviazione dall'essenza di ciò che lo ha generato, o come ciò che ha un'origine illegittima). Supponiamo che un dittatore salito al potere con un colpo di stato annunci la convocazione di un'assemblea costituente. Gli oppositori possono sostenere che si tratta di un "processo spurio", poiché solo un presidente costituzionale ha il potere di convocare una tale assemblea.

Una dichiarazione spuria non è legittima ma finta, creata con lo scopo di convincere l'interlocutore di qualcosa che non è vero, che non è genuino. Questo può essere applicato nel campo del diritto per qualificare certe accuse che mancano di veridicità, anche se non sono sempre bugie deliberate ma possono essere dovute a un'alterazione dell'umore al momento di emetterle.

Se pensiamo a una persona che accusa falsamente il suo partner di averla aggredita fisicamente e psicologicamente, le autorità devono pesare tutte le prove per trovare la ragione di una tale bugia. Una possibilità è che la relazione sia in un periodo di grande deterioramento, con litigi quotidiani e sull'orlo della rottura, e che questo deterioramento abbia offuscato la ragione della presunta vittima. In tal caso si parla di "animus spurie" o "movente spurie".

Per quanto riguarda l'uso della parola spuria, non è molto comune nel discorso quotidiano, anche se appare in vari testi giornalistici e opere letterarie. Uno dei problemi che questo provoca è la deformazione a spuria, una parola che non esiste. In questo caso, è tutt'altro che un errore volgare, poiché nasce con l'intenzione di ottenere una correzione nel discorso: fa parte dell'ipercorrezione o ultracorrezione, un fenomeno che si verifica quando il parlante crede di trovarsi di fronte a una forma scorretta e la modifica con la sua conoscenza della lingua per, a suo parere, correggerla.

Di Gervais

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