Dialettica
La dialettica è l'arte di discutere, confutare e argomentare. Il concetto, che deriva dal latino dialectĭcus anche se la sua origine etimologica è nella lingua greca, si riferisce anche al ragionamento basato su principi.
È possibile trovare l'idea di dialettica in diverse correnti e tradizioni filosofiche. Per il tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831), la dialettica comporta un processo in cui gli opposti (la tesi e l'antitesi) si confrontano e risolvono la loro dicotomia in una forma superiore (la sintesi).
La dialettica hegeliana consiste nello sviluppo e nella sostanzializzazione della tesi, che genera l'irruzione di aspetti contrari o opposti: l'antitesi. Per conciliare queste questioni che appaiono come contraddittorie, ci si muove verso una nuova concezione, che è la sintesi.
In questo quadro, la tesi è solitamente un'idea filosofica, sociale o storica, che una volta sviluppata in profondità fa emergere questi aspetti che non corrispondono direttamente. È importante notare che Hegel non usò mai le parole tecniche tesi, antitesi e tesi, ma queste furono coniate da H. M. Chalybäus e rese popolari dai molti studiosi che si specializzarono nel suo lavoro.
Se ci concentriamo sulla dialettica hegeliana, dobbiamo accettare che varie correnti di riflessione o idee passino attraverso uno stadio di apparente contraddizione, e questa caratteristica è vitale per il lavoro che fece Hegel. Da un punto di vista metaforico, potremmo affermare che l'identità non è altro che la determinazione del semplice statico e immediato; allo stesso modo, la contraddizione è il punto di partenza della vitalità e del movimento. In altre parole, solo qualcosa che contiene una contraddizione può muoversi.
Attraverso l'immaginazione ordinaria è possibile rilevare l'identità, la diversità e la contraddizione, ma non il processo di transizione che avviene tra ogni punto, ed è questa trasformazione la parte più importante.
La dialettica materialista, conosciuta anche come materialismo dialettico, è la corrente emersa con gli approcci di Friedrich Engels (1820-1895), Karl Marx (1818-1883) e Vladimir Lenin (1870-1924) che considera il substrato dei pensieri e di tutta la realtà come materia. Così, la materia è indipendente dalla coscienza. Questi teorici consideravano l'applicazione della dialettica hegeliana necessaria per l'interpretazione del mondo. Marx, in questo quadro, intendeva la storia come data dalla lotta delle classi sociali con interessi materiali contrastanti, dal cui confronto scaturivano i cambiamenti storici.
In contrasto con il materialismo meccanicista, che sostiene che il mondo è composto da cose e in definitiva da particelle materiali che si combinano inertemente tra loro, la dialettica materialista si basa sull'idea che tutti i fenomeni materiali sono processi. Gli aderenti a questa corrente ritengono che Hegel avesse torto nel ritenere che i cambiamenti che avvengono nei processi naturali siano manifestazioni dello spirito, anche se aveva ragione a definirli come dialettici e globali.
È necessario prendere l'idea di Hegel e invertirla, e quindi mettere la materia alla base del suo sviluppo dialettico. In natura, possiamo apprezzare le seguenti tre leggi fondamentali:
* il passaggio alla qualità dalla quantità;
* gli opposti o contrari si penetrano a vicenda;
* la negazione è negata.
Secondo Engels, se neghiamo le contraddizioni naturali manteniamo una posizione metafisica, poiché il movimento stesso è sostenuto da esse, sia nelle contraddizioni oggettive che in quelle soggettive.
Plato (427-347 a.C.), infine, fu un altro pensatore che si concentrò sulla dialettica. Nella sua dottrina, la dialettica è la procedura che rende possibile l'accesso alle realtà trascendentali attraverso il significato delle parole.
Plato (427-347 a.C.) fu un altro pensatore che si concentrò sulla dialettica.