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Assorbanza

Il concetto di assorbanza è usato in fisica. È la misura di come la radiazione viene attenuata quando passa attraverso un elemento. L'assorbanza può essere espressa come un logaritmo che nasce dal legame tra l'intensità che esce e l'intensità che entra in una determinata sostanza.

Si parla anche di assorbenza (l'atto di assorbire: attirare qualcosa per incorporarlo o consumarlo), l'assorbanza dipende dalla concentrazione e dallo spessore del campione. Questa relazione proporzionale differenzia questa misura dalla trasmittanza, la cui grandezza riflette la quantità di energia che passa attraverso un elemento in una certa unità di tempo.

 

L'ampiezza del concetto di trasmittanza ci permette di distinguere due tipologie: la trasmittanza termica e quella ottica. La prima è quella descritta nel paragrafo precedente e si può affermare che l'elemento che passa attraverso l'energia si chiama costruttivo, poiché fa parte di un'opera di costruzione, e le sue facce devono essere parallele tra loro.

La trasmittanza ottica può essere definita come la porzione di luce incidente che riesce a passare attraverso un campione mantenendo una data lunghezza d'onda. Si esprime per mezzo dell'equazione intensità della luce del campione sull'intensità del fascio incidente. Il risultato è di solito presentato come una percentuale.

Una volta che la luce passa attraverso un campione, si ottiene il valore equivalente alla sua intensità. Per questo è essenziale conoscerne la sua lunghezza d'onda, cioè la distanza effettiva che un'onda percorre in un dato intervallo di tempo. Tale segmento nel tempo è quello che ha luogo tra due punti massimi di una delle proprietà fisiche dell'onda, e deve verificarsi consecutivamente.

Per le onde elettromagnetiche, tale proprietà fisica potrebbe essere l'effetto elettrico: mentre l'onda si muove in avanti, si avvicina a un massimo, per poi diminuire fino ad annullarsi e in seguito acquisendo un valore negativo raggiungendo il suo minimo (un concetto che possiamo anche chiamare massimo negativo). Come noto, questo processo si ripete ciclicamente, quindi si verifica anche nella direzione opposta fino a raggiungere un altro massimo positivo.

Nel caso in cui si debba calcolare l'assorbanza per unità di lunghezza si usa l'idea della densità ottica. Questa grandezza fisica si riferisce specificamente al livello assorbito da un elemento ottico secondo l'unità di distanza, tenendo conto di una data lunghezza d'onda.

Nel concetto di densità ottica, entrano in gioco anche altri punti discussi in questa definizione: oltre alla distanza percorsa dalla luce in un dato campione, cioè il suo spessore, che si misura in centimetri, dobbiamo tenere conto del valore di assorbanza, del valore di trasmittanza e dell'intensità di ogni raggio luminoso, sia quello incidente che quello trasmesso. Per riferimento, ci dovrebbe essere una proporzione inversa tra la densità ottica e la trasmittanza: maggiore è la prima, minore è la seconda.

La spettrofotometria indica che l'assorbanza è calcolata dividendo l'intensità della luce che passa attraverso un campione per l'intensità della luce esistente prima di entrare nel campione. In altre parole: l'intensità in uscita o trasmessa è legata all'intensità in entrata o incidente.

L'assorbanza, in breve, quantifica il fenomeno che si verifica tra la radiazione luminosa e le sostanze. Quando la luce colpisce il campione, parte della radiazione viene assorbita dalla sostanza. La luce che non viene assorbita passa attraverso il campione: quando viene catturata da un ricevitore sull'altro lato, è possibile misurare ciò che non è stato assorbito.

Di Esch

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