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Salto in lungo

Il salto è la conseguenza del saltare: un movimento che una persona compie per alzarsi dalla superficie del terreno e superare così una certa distanza o accedere a ciò che altrimenti sarebbe inaccessibile. Lungo, invece, è qualcosa che ha una lunghezza considerevole.

Il salto in lungo, conosciuto anche come salto in lungo, è il nome di una disciplina che fa parte dell'atletica. La competizione consiste nell'eseguire un salto dopo una breve corsa per coprire la maggior distanza possibile in orizzontale.

L'atleta, in questo modo, ha una zona specifica per eseguire la corsa che gli permette di guadagnare slancio ed eseguire il suo salto. C'è una linea che segna il limite della corsa: se la persona passa su questa linea, il suo salto in lungo sarà invalidato.

Quando l'atleta esegue il suo salto, cade in una specie di piscina di sabbia bagnata. Il segno più lontano che lascia sulla sabbia sarà considerato come la distanza coperta dal suo salto (che inizia ad essere misurato dal limite di cui sopra per terminare la corsa e iniziare il salto).

Nelle gare di salto in lungo, ogni concorrente esegue tre salti per turno. Il miglior salto di ogni concorrente viene considerato per determinare chi si qualifica per il turno successivo e poi chi vince l'evento.

Il record mondiale di salto in lungo maschile è detenuto dall'americano Mike Powell, che nel 1991 è riuscito a saltare una distanza di 8,95 metri. Il miglior record femminile, invece, appartiene alla russa Galina Chistyakova: ha saltato 7,52 metri nel 1988.

Tecnica del salto in lungo

I requisiti per un salto in lungo corretto e riuscito sono diversi: velocità, forza delle gambe, flessibilità, tecnica e coordinazione. È una disciplina che si padroneggia dopo anni di allenamento e dedizione. Le tre fasi in cui si divide sono descritte qui di seguito.

Corsa

In questa fase, la lunghezza della corsa varia da 16 a 20 metri, o 50 metri per gli atleti professionisti.

Trazione

L'obiettivo in questa fase è quello di raggiungere la massima spinta verticale senza perdere velocità. Per ottenere questo, il penultimo passo deve essere più lungo dei passi precedenti e l'ultimo passo leggermente più corto. In questo modo diventa più facile spingere verso l'alto dal centro di gravità senza una notevole diminuzione della velocità.

Sospensione

Conosciuta anche come fase di volo, si divide in tre possibili tecniche che mirano ad adottare una posizione finale stabile ed equilibrata:

* tecnica naturale: è utile soprattutto per salti brevi e per persone con poca esperienza. La sua esecuzione non è complessa, dato che basta unire la gamba libera alla gamba oscillante nel mezzo della sospensione per eseguire la traslazione in questa posizione (che è simile a quella che abbiamo quando siamo seduti). Con questa tecnica non è molto possibile eseguire buoni salti;

* tecnica di estensione: bisogna piegare la schiena in avanti mentre si allungano le gambe, rimanendo in posizione in modo che le gambe non scendano durante la caduta. Rispetto alla tecnica naturale, questa è preferibile e può offrire un mezzo metro in più se fatta correttamente,

* tecnica delle forbici: detta anche stepping, consiste nel chiudere continuamente le gambe, come se si camminasse rapidamente nell'aria. A seconda del numero di "passi" eseguiti in sospensione, al salto viene dato un nome diverso, come "2 e mezzo", "3 e mezzo", e così via. Per fare la metà, la persona deve portare la gamba libera in avanti, dopo averla raccolta e flessa in precedenza, e poi estenderla per metà alla stessa altezza dell'altra. Le braccia giocano un ruolo chiave nel mantenere l'equilibrio durante questo movimento, ruotando orizzontalmente all'altezza delle spalle.

Di Orion Etling

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