Antropopiteco - cosa è, significato e concetto
L'antropopiteco è un ominide vissuto nel Quaternario, più precisamente nel Pleistocene. Ciò significa che la sua esistenza è avvenuta tra due milioni e 10.000 anni fa.
Il termine è formattato con il prefisso antropo- (riferito a "uomo") e un finale dalla parola greca brocche (traducibile come "scimmia"). L'etimologia, quindi, indica che un antropopiteco è una scimmia umana.
Chi ha coniato il concetto è stato il naturalista e zoologo francese Henri Marie Ducrotay di Blainville (1777-1850). Nel 1839, questo specialista propose il nome per riferirsi al gruppo tassonomico di animali che oggi conosciamo come scimpanzé.
Nel corso del tempo, anthropopithecus cominciò ad essere usato per riferirsi al presunto anello mancante nell'evoluzione tra la scimmia e l'uomo. Successivamente la parola è stata associata ai resti di fossili trovati a Java nel 1891, poi attribuiti alla specie Anthopopopithecus erectus e oggi a Homo erectus.
Attualmente, anche se non è più usata a livello scientifico, viene chiamata anthropopithecus java man. Come tutti gli ominidi, l'antropopiteco aveva un aspetto antropomorfo e mancava di un gomito. Era, invece, un primate: era plantigrado, aveva cinque denti con denti su ogni estremità e, nei manufatti toracici, il pollice era in opposizione al resto dei denti.
Si stima che la capacità cranica di Anthropopithecus fosse superiore a quella del gorilla e inferiore a quella di Homo sapiens. Le analisi degli esperti indicano che l'antropopiteco camminava in posizione eretta, era un cacciatore e viveva nelle grotte.