Pagina iniziale > P > Potere Giudiziario

Potere giudiziario

Ogni Stato ha tre poteri fondamentali: l'esecutivo, il legislativo e il giudiziario. Attraverso questi poteri, che sono esercitati attraverso varie istituzioni, lo Stato può sviluppare, modificare e applicare le leggi, così come eseguire le politiche pubbliche.

Il potere giudiziario è il potere statale che permette l'amministrazione della giustizia attraverso l'applicazione delle leggi. In questo modo, lo Stato risolve le controversie, protegge i diritti dei cittadini e fa rispettare gli obblighi e le responsabilità inerenti ad ogni parte della società.

Quando il concetto è scritto con l'iniziale maiuscola (Potere giudiziario), si riferisce agli organi e alle istituzioni che sono responsabili dell'applicazione delle norme giuridiche, come le corti e i tribunali. In un sistema democratico, la magistratura funziona in modo autonomo dall'esecutivo e dal legislatore, in modo da garantire l'imparzialità delle sue sentenze.

La magistratura è così in grado di proteggere i cittadini dagli abusi commessi dall'esecutivo o dal legislatore. Il funzionamento della magistratura, a sua volta, come gli altri rami del governo, è regolato dalla Costituzione (che riunisce le norme fondamentali che regolano l'attività dello Stato).

Se il presidente di un paese (il capo del ramo esecutivo) commette un abuso di potere e viola i diritti dei cittadini, la magistratura può tutelare gli interessi del popolo attraverso vari rimedi. D'altra parte, se il malfattore è un funzionario della magistratura, il legislatore ha il potere di impeachment.

Secondo la teoria classica di Charles Louis de Secondat, un pensatore politico conosciuto popolarmente come Montesquieu e autore di uno dei lasciti più influenti dell'Illuminismo, i cittadini sono garantiti nella loro libertà dalla divisione dei poteri. Purtroppo, non è sempre così.

Il funzionamento del potere giudiziario è permanente; i suoi organi sono stabili e hanno funzioni che non possono essere delegate. È importante sottolineare che la magistratura non ha il potere di agire d'ufficio (quando un procedimento giudiziario è avviato senza che l'interessato abbia agito), ma deve farlo su richiesta di una parte (quando l'interessato esige la sua azione), e non può giudicare sul contenuto della legge ma in base ad essa.

Un concetto strettamente legato a quello di magistratura è quello di giurisprudenza, poiché rappresenta l'insieme delle decisioni prese dai tribunali rispetto ad una determinata materia. Attraverso l'analisi della giurisprudenza è possibile conoscere l'interpretazione che i giudici danno ad ogni caso, e questo lo rende un elemento fondamentale del principio unificatore.

Il principio unificatore della giurisprudenza si riferisce alla ricerca di coerenza tra le interpretazioni dei giudici sulla stessa materia, ed è la Corte Suprema di Giustizia che lo applica. La giurisprudenza, quindi, è una dottrina che richiede la conoscenza del passato per decidere come agire nel presente: attraverso lo studio delle sentenze passate si determina il modo migliore per applicare le leggi.

Il massimo rappresentante della magistratura è la Corte Suprema di Giustizia e la sua funzione principale è quella di controllare la legalità e la costituzionalità degli atti compiuti dal Potere Pubblico, basando il suo esercizio sulle leggi e sulla Costituzione. Ha autonomia funzionale, amministrativa e finanziaria ed è composto da diverse camere, tra cui quella penale, costituzionale, elettorale e sociale. Queste camere, a loro volta, sono composte da magistrati.

Di Grubb

Polo :: Polarizzazione :: Polifonia :: Polline

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z