Trattato
Dal latino tractatus, un trattato è
la chiusura o la conclusione di un negoziato o di una disputa, dopo che è stato discusso e raggiunto un accordo. La nozione di trattato è usata per nominare la documentazione che registra tale conclusione e, in senso più ampio, il testo o il manuale su un certo argomento.
La nozione di trattato internazionale è usata per nominare quello che è stipulato dagli attori del diritto internazionale e può consistere in uno o più strumenti giuridici collegati. Questo strumento è spesso usato per fissare i confini territoriali o per porre fine a una guerra.
Uno dei trattati più famosi è il Trattato di Versailles, che fu firmato nel 1919 alla fine della prima guerra mondiale. Tra le sue conseguenze più importanti ci fu l'imposizione alla Germania e alle nazioni che la sostenevano di accettare la responsabilità materiale e simbolica della guerra.
Trattato come genere letterario
Come genere letterario, il trattato fa parte dell'orbita della didattica e consiste nella declamazione oggettiva e completa di un argomento specifico. Attraverso diverse sezioni, il trattato utilizza il testo espositivo per rivolgersi a un pubblico specializzato che mira ad aumentare la sua conoscenza dell'argomento in questione.
Il trattato deve includere una grande quantità di dati precisi, come definizioni, date o grandezze, spesso inclusi a piè di pagina per non ostacolare la lettura e la comprensione del testo.
È diviso in numerose sezioni che aiutano a organizzarlo in modo correlativo e logico, proprio come nel caso del romanzo, i diversi eventi sono raggruppati in capitoli. Inoltre, l'autore scrive in terza persona e si riferisce sempre allo stesso pubblico, che ha una certa nozione dell'argomento o ha familiarità con alcuni concetti che vengono spiegati in questo testo.
In questo genere letterario ci sono alcuni sottogeneri che hanno a che fare con il tipo di informazione che viene diffusa, il pubblico di destinazione, il tipo di linguaggio che viene utilizzato o il modo in cui è strutturato. Alcuni di questi sottogeneri sono la monografia, l'opuscolo, il dizionario, l'enciclopedia, il riassunto e il manuale.
Gli esperti sostengono che il dizionario, l'enciclopedia, il manuale e la monografia, tra gli altri, sono sottogeneri del trattato. Aristotele (384 a.C.-322 a.C.), San Tommaso d'Aquino (1225-1274) e Denis Diderot (1713-1784) furono tra coloro che coltivarono il trattato come genere letterario.
Di tutti loro, Aristotele fu uno che si distinse. Scrisse trattati su diverse aree, come le scienze naturali, la filosofia, la zoologia e la logica. Nel fare ciò, ha consultato varie fonti e ha discernuto criticamente ciò che poteva essere rilevante per la ricerca. Egli fu, vale la pena ricordarlo, il primo a proporre una struttura sistematica per tali testi che li avrebbe resi più facili e ordinati da leggere.
Tommaso d'Aquino, basandosi su questa struttura imposta da Aristotele, continuò a sviluppare tecniche per migliorare il genere. La sua Summa Theologica, un trattato di teologia, riunisce le sue ricerche e argomentazioni sulla natura umana e sull'esistenza di Dio. Anche se si tratta di un libro con esposizioni assolutamente dogmatiche che non lascia spazio a contraddizioni e che fu fondamentale nella diffusione della pedagogia scolastica, non tutti i trattati sono di questa natura. Infatti, in un trattato ci può essere spazio per il dubbio e la controargomentazione, dato che l'obiettivo è quello di condurre il lettore verso la conoscenza della verità, che in molti casi è relativa.
Come informazione complementare e per concludere questa esposizione, vale la pena ricordare che nelle sue origini il genere veniva utilizzato per registrare i codici e le regole di convivenza che si stabilivano nelle diverse città, registrando anche gli eventi storici e i diversi patti che si facevano. Per questo motivo, ancora oggi si usa per indicare gli accordi firmati tra diverse nazioni su un determinato argomento.