Suffragio
Originando dal latino suffragĭum, il concetto di suffragio comprende la manifestazione che può essere resa pubblica o tenuta segreta in relazione ad una scelta che ogni soggetto fa in privato. La nozione è usata come sinonimo di voto e descrive il mezzo, il gesto o l'oggetto che rende possibile la diffusione di tale preferenza.
Si deve notare che questa parola è associata al sistema elettorale che regola l'assegnazione e l'occupazione dei diversi uffici pubblici. Il suffragio è un diritto costituzionale e politico che comprende il cosiddetto suffragio attivo (che ruota intorno al diritto di ogni individuo di partecipare con il suo voto all'elezione dei governanti o all'approvazione o al rifiuto di un referendum) e il suffragio passivo (basato sul diritto di candidarsi durante il processo elettorale e di essere eletto).
Nel corso della storia, il diritto di voto ha subito molteplici trasformazioni. I signori feudali e i re dell'antichità non consideravano i loro sudditi come uomini liberi e quindi non permettevano loro di esprimersi con il voto.
Nei governi democratici, tuttavia, il suffragio è limitato da alcune condizioni legali. A seconda del paese, il soggetto deve essere maggiorenne, avere la nazionalità del paese in cui intende votare o candidarsi come rappresentante, o soddisfare altri requisiti. In alcune nazioni musulmane, per esempio, le donne non hanno ancora il diritto di voto.
A questo proposito, va notato che esiste anche il cosiddetto suffragio femminile. Questo può essere definito come un movimento riformista internazionale a vari livelli (politico, economico e sociale), realizzato in vari momenti della storia, il cui chiaro obiettivo era quello di raggiungere ed estendere il diritto di voto alle donne.
Nel caso della Spagna, per esempio, la prima volta che questo tipo di suffragio fu riconosciuto fu nel 1924. Questa fu la data in cui fu stabilito il diritto delle donne capofamiglia ad essere non solo elettori ma anche eleggibili. Tuttavia, solo nel 1931 fu concesso alle donne il diritto di voto, e solo nel 1933 le donne poterono votare per la prima volta.
È importante sottolineare il ruolo svolto da un certo numero di donne che lottarono per il suffragio femminile in quel paese. Tra questi c'è la politica Clara Campoamor che, tra le altre cose, partecipò alla Commissione Costituzionale che fu incaricata di redigere la Magna Carta della Seconda Repubblica.
Nel caso dell'America Latina, è importante riconoscere che la prima nazione ad approvare il suddetto suffragio femminile fu l'Uruguay, precisamente nel 1927. Nel frattempo, altri paesi ci misero un po' di più ad accettarlo, come sarebbe il caso del Messico, che non lo fece fino al 1953.
Il suffragio universale è il diritto di voto per l'intera popolazione adulta dello stato, indipendentemente da sesso, razza, stato sociale o credenze. È l'evoluzione di una serie di sistemi, come il suffragio censitario (dove solo gli uomini con un certo livello di istruzione e di reddito potevano votare) o il suffragio qualificato (per gli uomini che sapevano leggere e scrivere).