Malinconia
La malinconia è un termine derivato dal latino, che, a sua volta, ha la sua origine in una parola greca che significa "bile nera". Si tratta di una tristezza vaga, permanente e profonda, che può essere causata da cause fisiche o morali e che non fa sentire chi ne soffre né a proprio agio né a godere della vita.
La malinconia è oggi spesso trattata come una malattia che può essere alleviata da una combinazione di terapia e alcuni farmaci. La base del trattamento sta nell'analisi psicologica, per arrivare alle cause interne della malinconia, mentre i farmaci mirano a controllare i sintomi fisici che il disturbo può causare (come il mal di stomaco, il mal di testa e altri).
Gli specialisti considerano che la malinconia, come la tristezza e altre emozioni, diventa patologica quando disturba il pensiero normale dell'individuo e ostacola le prestazioni sociali. Per esempio, è considerato normale che una persona si senta malinconica un pomeriggio e resti a casa a guardare vecchie fotografie; tuttavia, se tale comportamento si ripete per diversi giorni e il soggetto abbandona la sua vita sociale e i suoi obblighi, la malinconia diventa un tipo di depressione, e richiede un trattamento.
Negli anni 90, il movimento grunge ha fatto una sorta di culto della malinconia e del disincanto. In effetti, la band americana Smashing Pumpinks ha pubblicato un album intitolato "Mellon Collie and the Infinite Sadness" (un gioco di parole che può essere inteso come "malinconia e tristezza infinita").
Molti generi musicali si basano sulla malinconia, come una parte significativa del repertorio operistico (specialmente di origine italiana) e la musica pop, per quanto diversi possano sembrare a prima vista. Non è difficile capirne le ragioni, dato che l'arte è in contatto diretto con le nostre emozioni e molte persone si affidano alla musica per superare momenti difficili della vita, come la perdita di una persona cara. In questo senso, però, una canzone dal tono malinconico non può essere di grande beneficio per nessuno, poiché il lamento incessante di un evento irreparabile è il potenziale inizio della depressione.
Alcune note freudiane sul lutto e la malinconia
Il celebre e controverso padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, pubblicò nel 1915 uno scritto intitolato "Lutto e malinconia", attraverso il quale sviluppa un confronto tra il lutto che veniva considerato normale e la malinconia presa come patologia; Nel farlo, analizza alcuni punti in comune, come la sensazione di dolore, la perdita della volontà di connettersi con il mondo esterno, il distacco dai propri sentimenti e la diminuzione della produttività.
Si noti che entrambi gli stati sono innescati dalla perdita di una persona cara o dal crollo di un ideale. Ecco alcune caratteristiche distintive di ogni caso:
* Il lutto è definito come la reazione alla perdita (che può essere o meno di una persona) ed è una situazione cosciente, caratterizzata da una riflessione costante sull'assenza dell'oggetto amato;
* la malinconia si verifica per una mancanza di accettazione della perdita, per una rassegnazione alla mancanza dell'oggetto amato;
* il lutto consiste nel superare la perdita in un periodo di tempo variabile, dopo il quale il disagio viene rimosso e c'è la possibilità di andare avanti;
* la malinconia distorce la situazione e trasforma l'assenza della persona cara in una questione personale, che mina, tra l'altro, la propria autostima.