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Iconografia

L'iconografia comprende tutto ciò che riguarda la descrizione di immagini, dipinti, monumenti, statue e ritratti. Il termine è legato alla raccolta di immagini (specialmente quelle antiche) e al resoconto descrittivo o all'esposizione di esse.

Iconografia, quindi, può essere definita come la disciplina che si concentra sullo studio dell'origine e dell'elaborazione delle immagini e delle loro relazioni simboliche e/o allegoriche. È un ramo che ha cominciato ad essere coltivato nel XIX secolo a Londra (Inghilterra) e poi si è diffuso in altri paesi europei.

L'iconografia è associata al concetto di iconologia, che è la parte della semiologia e della simbologia che analizza le denominazioni visuali dell'arte. L'iconologia, secondo i suoi esperti, studia come i valori e le virtù sono rappresentati da figure di persone.

La differenza tra i due termini è sottile: mentre l'iconografia sottolinea la descrizione delle immagini, l'iconologia propone uno studio più ampio con classificazioni e confronti.

Le principali aree coperte dall'iconografia sono la mitologia cristiana, la mitologia classica e le rappresentazioni di ispirazione civile. All'interno del cristianesimo, il Concilio di Trento, che ebbe luogo nel XVI secolo, promulgò il "Decreto sulle immagini" che stabiliva le caratteristiche e le funzioni delle immagini cattoliche.

Questo documento distingue tra immagini dogmatiche (quelle che difendono i dogmi cattolici contro i protestanti attraverso Cristo, la Vergine Maria, gli apostoli, San Pietro e San Paolo) e immagini devozionali (che sono destinate a venerare il resto dei santi).

Utilità dell'iconografia

Attraverso la ricerca sviluppata nell'iconografia è possibile conoscere il valore artistico di un'opera tenendo conto del suo periodo; vale a dire che racchiude le opere in un contesto socio-culturale e storico. Questo studio è diviso in due parti: una diacronica (che studia il background e il processo di sviluppo dell'opera) e l'altra sincronica (che analizza gli aspetti socio-culturali che hanno influenzato l'autore).

Una figura fondamentale dell'iconografia fu Erwin Panofsky, rinomato storico dell'arte del XIX secolo che seppe distinguere tra l'opera d'arte e il documento che permette di contestualizzarla, cioè lo studio degli agenti che possono averne influenzato la creazione.

I soggetti cristiani sono uno dei campi più famosi dell'iconografia; nel 1570 c'era già un marcato interesse per questo tipo di arte; infatti, in quell'anno fu pubblicato "Sulle pitture e le immagini sacre", un'opera in forma di saggio che descriveva gli aspetti fondamentali che un dipinto doveva avere per appartenere a questo genere.

Più tardi, con la scoperta delle catacombe, l'interesse crebbe e 1000 anni dopo furono pubblicate le prime agiografie (storia dei santi) in cui si riprendevano le opere di natura cristiana e il contesto in cui erano emerse.

Le personificazioni sono un altro dei temi che spiccano nell'iconografia, attraverso cui si potevano comprendere molte questioni storiche di personaggi che hanno in qualche modo trasformato il corso della storia dell'umanità. L'Iconologia di Ripa" fu una delle pubblicazioni più influenti in questo campo; era un manuale che analizzava il concetto di astratto e serviva come guida per gli artisti dell'epoca.

Infine, gli emblemi erano un'altra delle immagini studiate. Erano un tipo di figure simboliche in cui si usava il linguaggio figurativo. Erano più vicini ai geroglifici che ai dipinti astratti con attributi particolari. Questo tipo di lavoro divenne molto importante durante l'Età dell'Oro, quando gli artisti facevano affidamento su opere emblematiche come motivi per i loro dipinti e altre opere d'arte.

Di Electra Huver

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