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Doxa

Doxa è un termine che non fa parte del dizionario della Reale Accademia Spagnola (RAE). Il concetto, dal greco, si riferisce a un'opinione o a un punto di vista.

Nel campo della filosofia, la doxa è intesa come una conoscenza che non fornisce certezza assoluta. La Doxa, quindi, è una conoscenza apparente e non un dato oggettivo. In altre parole, la doxa non costituisce una vera conoscenza della realtà.

Diversi filosofi greci si sono concentrati sulla questione della doxa. Parmenide usava la nozione per alludere alla "via dell'opinione", come distinta dalla "via della verità". Platone, d'altra parte, considerava la doxa come una conoscenza illusoria sviluppata dall'immaginazione e dalla fede. In questo modo si opponeva all'episteme, una conoscenza che poteva essere giustificata come verità.

Secondo la filosofia platonica, la doxa sarebbe un'opinione (conoscenza sensibile) che è un prodotto dell'immaginazione e della credenza. L'episteme, invece, appare come scienza (conoscenza intelligibile) creata dall'intuizione e dal ragionamento. Ecco perché l'episteme si avvicina alla vera conoscenza, qualcosa che la doxa non può raggiungere.

Plato chiamava doxophores quegli individui che cercavano l'avanzamento sociale e il profitto attraverso una falsa conoscenza. La doxa di questi soggetti era solo apparentemente una conoscenza, ma non era una vera conoscenza.

Il sociologo francese Pierre Bourdieu, da parte sua, ha utilizzato l'idea di doxa nel quadro della sua teoria dei campi. Per Bourdieu, un campo è una rete di relazioni sociali che si sviluppa in uno spazio di azione. Doxa, in questo contesto, sono le motivazioni o le ideologie che si presentano come inerenti a un'attività e quindi non sono soggette a messa in discussione.

È importante notare che il termine originale, in greco, può essere tradotto come "fama o gloria", anche se in questo quadro è inteso come "opinione", e così si parla di una conoscenza che non è sempre vera ma che ruota intorno alla realtà a causa della sua massificazione.

Tornando alla teoria di Bourdieu, egli definisce la doxa come quegli schemi della vita quotidiana che sono considerati naturali e, quindi, non vengono messi in discussione ma accettati così come sono. La Doxa è, in altre parole, l'habitus collettivo che diventa predominante in una data società e in un dato tempo, e che non richiede riflessione.

Prima di continuare, dobbiamo spiegare il concetto di habitus. Il termine habitus è generalmente definito come la predisposizione acquisita ad impegnarsi in un'attività quotidiana, o ad agire in un certo modo. Si dice che "il comportamento determina l'abitudine", proprio perché quando lo ripetiamo molto spesso diventa abituale. Ma se interiorizziamo il comportamento, allora lo schema si inverte, poiché "l'abitudine determina il comportamento".

La parola habitus, quindi, può essere assimilata all'abitudine, intesa come la pratica reiterativa che tende a fissarsi in conseguenza della sua frequenza.

Tornando al concetto di doxa, Bourdieu la considera il sostentamento non riflessivo delle azioni dei soggetti che vivono in società. La Doxa può subire dei cambiamenti, la cui velocità è intimamente legata al tipo di società in cui è contestualizzata: in una conservatrice tende allo statalismo, mentre in una permeabile cambierà facilmente.

I cambiamenti di doxa avvengono tra due periodi, ma sono legati alle pietre miliari, quegli eventi di natura storica che segnano la società e possono effettivamente alterare la sua doxa, anche in modo negativo (esempi comuni sono i colpi di stato, i periodi di repressione e le guerre).

Di Aprile Jahde

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