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Claustrofobia

Per conoscere il significato del termine claustrofobia, è necessario scoprire, prima di tutto, la sua origine etimologica. In questo caso possiamo stabilire che si tratta di un neologismo che si è formato da due parti chiaramente differenziate:
-La parola latina "claustrum", che può essere tradotta come "chiuso" o "serratura".
-Il sostantivo greco "fobia", che è sinonimo di "paura irrazionale di qualcosa".

Basandosi su questi due termini, la claustrofobia fu data forma nel 1879 da Benjamin Ball, un professore dell'Università di Parigi.

La claustrofobia è la fobia provata verso i luoghi chiusi. Fa parte del cosiddetto disturbo d'ansia, che si verifica quando una persona soffre di ansia patologica.

Nel caso della claustrofobia, la paura e l'avversione sorgono quando l'individuo si trova in un ambiente piccolo, in un tunnel, una grotta o un ascensore, per citare alcune possibilità. La fobia è legata ai possibili effetti negativi associati a questo tipo di spazio, come la mancanza d'aria.

La persona claustrofobica generalmente cerca di evitare i luoghi chiusi perché si sente vulnerabile e non libera in essi. Quando l'accesso a tali luoghi diventa inevitabile, cominciano a sperimentare varie sensazioni derivate dall'alto livello di ansia: vertigini, tachicardia, soffocamento, sudorazione, tremore, ecc. Una volta che si allontanano dalla fobia, l'ansia si riduce e i sintomi scompaiono.

Lo sviluppo della claustrofobia è spesso innescato da un'esperienza traumatica in uno spazio chiuso. Se una persona ha un incidente in un tunnel e rimane intrappolata per dieci ore fino a quando non viene salvata, può iniziare a farsi prendere dal panico quando si trova in un posto senza luce naturale e con scarsa ventilazione. La claustrofobia può anche essere scatenata dalla testimonianza o dall'ascolto di un evento negativo come questo.

Il trattamento della claustrofobia prende la forma di sessioni di terapia con uno psicologo o psichiatra. Il professionista cerca di aiutare il paziente a sviluppare gli strumenti necessari per controllare e modificare la reazione patologica agli spazi chiusi al fine di superare la paura.

Altri fatti importanti sulla claustrofobia sono i seguenti:
-Gli studi effettuati su questa paura indicano che, come regola generale, è dovuta a qualche tipo di situazione traumatica vissuta durante l'infanzia. Una situazione che ha portato la persona ad essere chiusa in una stanza buia, ad essere rinchiusa in un armadio...
-Pensieri di rimanere senza aria o di morire, dolore al petto, nausea o anche forti mal di testa sono altri sintomi sperimentati dai claustrofobici di fronte ad una situazione che porta alla luce la paura che provano.
- Oltre alle sessioni con uno psicologo o psichiatra, il trattamento può consistere nell'uso di farmaci, come gli ansiolitici, o l'uso di strumenti di rilassamento come la mindfulness, che è diventato così popolare negli ultimi anni.

Di Crompton Puffett

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