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Base imponibile

Una parola greca che arrivò in latino come base derivata, nella nostra lingua, nel concetto di base. Anche se ha diversi usi, in questo caso ci interessa il suo significato come fondamento di qualcosa.

Imponibile, invece, è un aggettivo che deriva dal verbo imporre. Il termine qualifica ciò che può essere tassato con qualche tipo di tributo o imposta.

Con queste idee in mente, possiamo passare alla definizione di base imponibile. L'espressione è usata nel campo dell'economia per alludere alla quantità che esprime una certa capacità economica, sulla quale si stabilisce il pagamento degli obblighi fiscali.

Si può dire che la base imponibile è una grandezza derivata dall'atto di misurare un evento tassabile. Quest'ultima nozione (evento imponibile) è usata rispetto alla circostanza o all'evento che genera un obbligo legale di pagare l'imposta.

L'evento imponibile, in breve, è quello che dà origine a un obbligo fiscale: cioè, l'obbligo di pagare un prelievo o un'imposta. La capacità economica degli individui si manifesta attraverso questi eventi tassabili, ma deve essere valutata (messa in cifre) in qualche modo per poter applicare una tassa. La base imponibile è questa valutazione o grandezza che viene utilizzata nell'imposta per misurare la capacità economica dell'individuo.

Prendiamo il caso delle tasse sulla ricchezza. Queste tasse sono prelevate sulla ricchezza di un individuo, calcolata sulla base del valore dei suoi beni. La base imponibile è la somma del valore monetario di questi beni che costituiscono la ricchezza dell'individuo.

Metodi di stima della base imponibile

In primo luogo, abbiamo la valutazione diretta, un metodo generale utilizzato per determinare la base imponibile della maggior parte delle imposte in molti sistemi fiscali. È generalmente applicata dal contribuente stesso al momento di presentare le sue autovalutazioni.

Una delle caratteristiche di questa procedura è che c'è una corrispondenza reale tra la base imponibile e la sua mediazione corrispondente, cioè è un sistema che cerca di avvicinare i risultati al valore reale degli elementi che vengono calcolati, oltre a prendere in considerazione con uguale importanza i dati registrati nei libri e le dichiarazioni del contribuente.

D'altra parte, c'è la stima oggettiva, un metodo volontario che comporta la rinuncia da parte dell'amministrazione e del contribuente a misurare effettivamente e direttamente l'elemento oggettivo; invece, applicano dati e indici dai quali si ricava un importo che rappresenta la base imponibile media.

Questo metodo di stima della base imponibile è dedicato alle piccole e medie imprese. La misurazione della capacità economica ha meno relazione con la realtà, dato che i calcoli si basano su moduli, segni e coefficienti generali fissati dall'Amministrazione su base annuale.

Infine abbiamo la stima indiretta, un modo eccezionale di quantificare la base imponibile, per mezzo del quale l'Amministrazione ha il potere di determinare questa cifra quando non ha le informazioni necessarie per realizzare con precisione tutti i calcoli.

Per poter ricorrere all'accertamento indiretto, devono essere soddisfatte alcune condizioni, come il fatto che il soggetto non presenti le sue dichiarazioni, le presenti in modo impreciso o incompleto, resista all'ispezione, ne ostacoli lo svolgimento, o non rispetti i suoi obblighi di registrazione e contabili. I mezzi utilizzati per determinare la base imponibile in questo caso sono di natura indicativa, cioè derivano da alcune indicazioni e non da dati ben definiti.

Di Aurelie Whitfield

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