Astrolabio
L'origine etimologica è la prima cosa che scopriremo della parola che abbiamo davanti a noi. Nello specifico, possiamo stabilire che l'astrolabio deriva dal greco, esattamente da "astrolabion", che è uno strumento utilizzato per misurare le stelle e l'altezza del sole.
Esattamente, è il risultato della somma di due termini della suddetta lingua:
-Il sostantivo "aster", che è equivalente a "stella".
- Il sostantivo "lambion", che è sinonimo di "grasp".
Il termine astrolabio si riferisce a un dispositivo che veniva usato nel campo dell'astronomia per controllare la posizione delle stelle. Con l'astrolabio era possibile indicare l'altezza e la posizione delle stelle nel cielo.
Gli astronomi e i marinai, tra gli altri, usavano gli astrolabi per trovare le stelle e analizzare il loro movimento: in questo modo, potevano ottenere informazioni sul tempo e sulla latitudine e persino stabilire misure di distanza.
L'astrolabio fu lo strumento di navigazione più usato per diversi secoli. Lo sviluppo tecnologico ha fatto perdere gradualmente la sua preponderanza. Oggi ci sono strumenti molto più avanzati che forniscono informazioni con maggiore precisione.
Concretamente, possiamo stabilire che l'astrolabio divenne lo strumento fondamentale per i navigatori per molti secoli. Questo fu il caso fino al 1750 circa, quando il sestante apparve sulla scena. Quest'ultimo aveva una maggiore precisione, motivo per cui fu utilizzato non solo nel suddetto settore marittimo, ma anche al di fuori di esso e in altri campi come i viaggi aerei.
Anche se è vero che non ci sono dati specifici che stabiliscano il nome dell'inventore dell'astrolabio, tutte le teorie suggeriscono che non è altro che il matematico greco Tolomeo (100-170). Una figura molto importante per i suoi studi e progressi in campi come l'astrologia, quando creò gli oroscopi, così come nella geografia e nell'ottica, tra altri settori.
Tuttavia, non bisogna trascurare che altre personalità importanti sono considerate per aver sviluppato e perfezionato questo originale, come sarebbe il caso di Ipazia di Alessandria e suo padre, l'astronomo Teone.
C'erano però diversi tipi di astrolabi. Gli astrolabi planisferici, per esempio, potevano tracciare le stelle ad una sola latitudine. Gli astrolabi universali, invece, erano in grado di rappresentare tutte le latitudini esistenti.
Il funzionamento dell'astrolabio si basa sulla sfera celeste: una sfera di tipo ideale che è concentrica al globo e dove, apparentemente, si muovono le stelle. Lo strumento permette di disegnare una proiezione stereografica, che consiste nel rappresentare graficamente la superficie della sfera su un piano.
L'astrolabio consiste in una piastra di base (una circonferenza graduata) con un ago che punta alle stelle. La scala sul bordo della circonferenza può mostrare i gradi e il tempo. Nel settore anteriore sono inseriti due dischi, uno con le coordinate corrispondenti a una latitudine e l'altro rotante che rappresenta le posizioni della luna, del sole e delle altre stelle.