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Consequenzialismo

Il consequenzialismo è la dottrina che le azioni sono giuste o sbagliate secondo le loro conseguenze. Un'azione giusta, in questo quadro, è quella che produce il bene o una quantità di bene che supera la quantità di male.

Il consequenzialismo fa parte del campo dell'etica normativa. Questa divisione dell'etica guarda ai criteri che possono essere applicati per analizzare la giustezza o l'erroneità delle azioni.

Il concetto di consequenzialismo è stato sviluppato dalla filosofa britannica Elizabeth Anscome in un saggio del 1958. L'idea è legata al fatto che gli effetti dell'azione permettono di compensare i dilemmi morali, poiché la cosa giusta da fare è intesa come quella che massimizza il bene.

Prendiamo il caso della bugia. A livello generale, mentire è considerato sbagliato. Tuttavia, se in una situazione specifica, una bugia permettesse di impedire l'omicidio di una persona, per citare una possibilità, per il consequenzialismo l'azione di mentire sarebbe giusta.

In sintesi, si può dire che, per il consequenzialismo, un'azione è buona se le sue conseguenze sono buone. Al contrario, un'azione è cattiva quando le sue conseguenze sono cattive. Se le conseguenze dell'azione non sono né buone né cattive, allora l'azione è moralmente irrilevante.

Le critiche al consequenzialismo includono l'impossibilità di conoscere in anticipo l'effetto dell'azione e la necessità di definire giusto e sbagliato prima che l'azione abbia luogo.

Di Ferrell Barthol

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