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Bitmap

Alcuni concetti possono essere conosciuti con nomi diversi, specialmente se si accettano i nomi di altre lingue. Questo è ciò che accade con la nozione di bitmap, che viene anche chiamata bitmap, pixmap, immagine matrice o immagine raster. L'idea di raster deriva dal latino rastrum ("rastrello"), che a sua volta deriva da radere ("raschiare").

Sono immagini che sono formate da punti, chiamati pixel disposti in un rettangolo o tabella, che si chiama raster. Ogni pixel contiene l'informazione sul colore, che può contenere o meno la trasparenza, e questo si ottiene combinando rosso, verde e blu.

In base al numero di pixel inclusi nella bitmap, si determina la risoluzione dell'immagine. È molto comune sentire valori come 1280 x 720, o 1920 x 1080, e non è altro che il numero di punti espresso in un modo che definisce larghezza per altezza. I bitmap, invece, possono essere differenziati in base al numero di colori che ogni pixel può avere. Questa informazione è espressa in potenza di 2 e nell'unità conosciuta come bit; al giorno d'oggi, il minimo accettabile è 16 bit, mentre 24 e 32 sono più comuni. D'altra parte, abbiamo il tipo RGB, dove solo un risultato opaco è possibile, e RGBA, che accetta un quarto valore, per produrre immagini traslucide. Va chiarito che la qualità non è necessariamente legata alle caratteristiche menzionate sopra, ma dipende dal buon uso delle risorse disponibili.

Un altro metodo per la rappresentazione digitale delle immagini è quello vettoriale. Le differenze tra i due sono molte. In principio, le immagini vettoriali non hanno dimensioni assolute, ma relative. Per fare un esempio pratico, supponiamo di disegnare un triangolo e di misurare le distanze tra i suoi vertici; se volessimo ingrandirlo, basterebbe applicare la stessa scala a ciascuna delle sue linee, e otterremmo la stessa figura, senza alcuna deformazione, solo più grande. Nel caso delle bitmap, questo è impossibile, poiché l'immagine esiste come una singola lista di punti, che non capiscono le dimensioni, gli angoli o qualsiasi altro concetto matematico.

Quando si scala una bitmap, è necessario uno strumento intelligente che sia in grado di decidere quali pixel rimuovere (nel caso di una riduzione) o aggiungere (per un ingrandimento) in un modo che preservi quanti più dettagli possibile. Tutti questi concetti possono sembrare molto complessi, ma molte persone eseguono questi compiti usando un popolare software di fotoritocco, sia per fare un album o semplicemente per ritagliare una foto da usare su un profilo di social network.

Pixel art

I videogiochi sono una forma d'arte così popolare che negli ultimi anni hanno raggiunto entrate paragonabili a quelle dell'industria cinematografica. Con titoli che vanno da un incredibile fotorealismo a giochi educativi e allenatori virtuali, il loro pubblico è cresciuto oltre le aspettative, attraendo persone di tutte le età. Ma nei loro primi giorni, queste creazioni erano ben lontane dall'essere considerate degne di un museo.

Prima dell'avvento del 3D, i videogiochi erano composti da bitmap, che venivano generalmente creati dagli artisti, pixel per pixel. Questa forma d'arte è conosciuta come Pixel art, ed è riuscita a mantenere la sua popolarità anche nell'era della terza dimensione, date le crescenti capacità di computer e console, che permettono bitmap molto complesse con colori vari e intensi. Ma anche negli anni '80, quando le risorse tecnologiche erano estremamente limitate, i geni del design hanno creato personaggi la cui popolarità ha trasceso nonostante fossero fatti di pixel, come Mario, Donkey Kong, Link della saga The Legend of Zelda o Snake di Metal Gear.

Di Susi Cordoza

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