Paideia
L'idea di paideia (o paideia) era usata nell'Antica Grecia per riferirsi all'addestramento dei bambini. Attraverso la paideia cercavano di trasmettere conoscenze tecniche e valori in modo che ogni individuo potesse integrarsi con successo nella società e adempiere ai suoi doveri civici.
La paideia non si concentrava sulla specializzazione in materie specifiche, ma mirava a un'educazione completa, che coprisse tutto ciò che era considerato rilevante e necessario al momento. Essa contemplava quindi l'istruzione in filosofia, matematica, grammatica e ginnastica, per esempio.
È importante tenere presente che nella polis greca c'erano cittadini che dedicavano le loro giornate a partecipare agli affari civici. Così l'aristocrazia attribuiva particolare importanza alla padronanza della lingua e della parola.
La paideia può essere detta il processo educativo controllato dallo stato attraverso il quale i figli delle famiglie libere e proprietarie ricevevano la formazione che era considerata preziosa per l'appartenenza attiva alla comunità. In alcuni casi, la paideia raggiunse i figli degli schiavi, sebbene sponsorizzata dal proprietario dei genitori del soggetto schiavo.
Il filologo Werner Wilhelm Jaeger (1888-1961) è noto come uno dei grandi studiosi della nozione di paideia. Secondo questo esperto, il concetto non coincide esattamente con i significati attuali di idee come alfabetizzazione, cultura o educazione, ma integra diversi margini di tutti loro.
È possibile affermare che la paideia, in questo quadro, era un modo di intendere l'educazione come un processo che mirava a formare cittadini virtuosi adatti alla partecipazione alla vita civile della polis.