Riverenza
La riverenza è un concetto che ha la sua origine etimologica nella parola latina reverentĭa. È una dimostrazione di devozione, sottomissione o rispetto verso un'altra persona. Per esempio: "La signorina entrò nella stanza e salutò l'imperatore con un inchino", "Il duca fu salutato con un inchino dal presidente", "Non voglio lodi o inchini eccessivi: mi accontento di essere ascoltato con attenzione", "Dopo l'inchino, il judoka giapponese cominciò a fissare il suo rivale negli occhi".
L'inchino è di solito un inchino del corpo in forma di saluto. Può essere un rapido movimento della sola testa, o un inchino più sostanziale dalla vita.
L'inchino dipende dalla cultura. Mentre in alcuni paesi sono un saluto comune, in altri sono riservati alle occasioni formali. È comune inchinarsi di fronte ai reali o alle autorità religiose, per citare alcune possibilità.
In passato, l'inchino era più comunemente usato quando ci si rivolgeva alla corte e ci si presentava davanti al re o alla regina del giorno. In questi casi, le regole erano che le donne semplicemente inchinavano la testa e piegavano leggermente le ginocchia davanti all'autorità.
L'azione degli uomini, invece, era un po' più complessa. Nel loro caso, quello che dovevano fare era ritirare la gamba destra all'indietro, piegare completamente il busto e, allo stesso tempo, procedere a mettere la mano sinistra su quella che era la loro vita.
Questo ora è cambiato e, come abbiamo visto in varie cerimonie ufficiali presiedute da monarchi, tutto è più semplice. Così, per esempio, ai ricevimenti organizzati dal re e dalla regina di Spagna, Felipe VI e la regina Letizia, è consuetudine che gli uomini si stringano la mano inchinando la testa, mentre le donne aggiungono a questa azione una leggera flessione delle ginocchia.
Nell'ambito religioso, non bisogna dimenticare che si usa anche l'inchino. In particolare, all'interno del cattolicesimo, è consuetudine che quando una persona entra in una chiesa e si dirige verso l'altare, si ferma davanti ad esso e si inchina, cioè si fa il segno della croce. In questo modo, rendono chiaro il loro rispetto per Dio e per il luogo in cui si trovano in quel momento.
L'inchino è anche comune nel teatro. Gli interpreti sul palco, alla fine di una performance, possono rispondere agli applausi del pubblico con un inchino. In questo caso, il gesto è un gesto di gratitudine dell'artista verso le persone che applaudono.
Gli sportivi che praticano certe arti marziali, invece, si inchinano all'inizio e alla fine di un combattimento. L'idea è che gli avversari si inchinino in questo modo per mostrare il loro rispetto l'uno per l'altro e per il giudice, al quale si inchinano anche loro.