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Reich

Reich è un termine che non fa parte del dizionario della Reale Accademia Spagnola (RAE). È un concetto tedesco che può essere tradotto come impero.

Gli storici usano spesso la nozione di reich per riferirsi al regime adottato dallo stato tedesco in vari periodi storici. È possibile, in questo senso, distinguere tre Reichs: il Primo Reich, il Secondo Reich e il Terzo Reich.

Il Primo Reich è legato al Sacro Romano Impero, che durò dal 962 al 1806. In realtà, questo reich non ha mai corrisposto a uno stato nazionale come lo intendiamo oggi, ma ha riunito varie regioni europee.

Il secondo reich, quindi, è il primo a corrispondere allo stato tedesco. Fu fondata nel 1871, quando Guglielmo I fu proclamato imperatore, ed esistette fino al 1918. Quell'anno, dopo la caduta della prima guerra mondiale, la Germania divenne una repubblica.

Il Terzo Reich iniziò nel 1933 con l'ascesa al potere del partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (nazismo). Questo reich ebbe come leader principale Adolf Hitler, che divenne contemporaneamente presidente e cancelliere tedesco.

Questo terzo impero tedesco fu caratterizzato dalla persecuzione di ebrei, zingari, neri e altre collettività. Attraverso la realizzazione di centri di detenzione e tortura e di camere a gas, il nazismo uccise migliaia di persone, il peggiore genocidio del XX secolo. Inoltre, a causa della sua politica militare-espansionista, il Terzo Reich annesse diverse nazioni al suo territorio fino a quando la Seconda Guerra Mondiale ne decretò la fine.

L'antisemitismo è il concetto centrale del Terzo Reich, ed è l'ostilità verso il popolo ebraico, basata su una serie di pregiudizi legati a cultura, razza e religione. L'ideologia ufficiale di questo regno considerava la razza nordica (i popoli germanici) come la più pura, superiore a tutte le altre, motivo per cui era necessario spazzare via tutti gli altri gruppi etnici.

Per chi non è di lingua tedesca, insomma, il termine reich si riferisce a una delle pagine più sanguinose della storia umana. Non importa quanto impariamo sulle persecuzioni menzionate sopra, è impossibile sentire l'impotenza, la disperazione provata da così tante persone innocenti non molti decenni fa che possiamo fingere che non ci sia più una connessione tra quegli eventi e il presente.

Tra le fonti di informazione più complete sulla seconda guerra mondiale ci sono i documentari creati da Claude Lanzmann, un giornalista, sceneggiatore, regista e produttore nato a Bois-Colombes, Francia, nel 1925. Si è confrontato con l'antisemitismo fin dalla sua giovinezza e ha dovuto vivere eventi sfortunati come l'occupazione tedesca, per la quale ha organizzato piani di resistenza. Il suo film documentario "Shoah" è la sua opera più conosciuta; ha impiegato più di dieci anni per completarlo. Si tratta di un filmato senza precedenti, della durata di circa dieci ore, che trasporta il pubblico in diversi continenti, in un viaggio decennale per ottenere le testimonianze di alcuni dei partecipanti allo sterminio degli ebrei avvenuto durante il Terzo Reich, più precisamente durante la Seconda Guerra Mondiale.

Come negli altri suoi documentari, una delle caratteristiche più sorprendenti è l'apparente mancanza di montaggio delle riprese. Scene di silenzio, ripetizioni, contraddizioni da parte degli intervistati, paesaggi carichi di nostalgia per ciò che non poteva essere e tinti di inevitabile sofferenza sono alcuni degli elementi più ricorrenti. Grazie a questo modo diretto e legittimo di presentare l'informazione, Lanzmann permette al suo pubblico di vivere le confessioni in prima persona e di formarsi con calma le proprie opinioni, senza la tipica influenza dei media.

Di Maurice

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