Rettificare
Trovare l'origine etimologica del termine rettificare che vogliamo analizzare è la prima cosa che faremo. In questo senso, possiamo dire che deriva dal latino, specificamente dal verbo "rectificare", che può essere tradotto come "correggere" e che è il risultato della presenza di due componenti distinte:
- "Rectus", che è sinonimo di "dritto".
-Il verbo "facere", che equivale a "fare".
Questo verbo indica l'azione di modificare qualcosa affinché raggiunga la precisione che dovrebbe avere o il suo stato ideale. Per esempio: "Dopo questa prima cottura, dovremmo rettificare la salatura e rimettere la carne in forno", "Penso che dovrai rettificare il cilindro", "L'allenatore dice che dovrei rettificare la mia meccanica di lancio".
In senso lato, rettificare può essere detto come correggere difetti o imperfezioni. A seconda del contesto, il concetto può assumere diversi significati specifici. Così, in chimica, rettificare è una purificazione di un liquido. La conversione della corrente elettrica alternata in corrente continua è anche conosciuta come rettifica, così come la ricerca di una linea retta che abbia la stessa lunghezza di una certa curva in geometria.
Quando una persona decide di rettificare qualcosa che ha detto, sta contraddicendo ciò che ha detto prima. Questa rettifica può avvenire per un cambiamento di opinione, per l'accesso a nuove informazioni che dimostrano che ciò che è stato detto era falso o inesatto, o anche per l'adozione di una nuova posizione. Occasionalmente, un soggetto può essere costretto a rettificare le sue affermazioni.
Una delle frasi più usate da anni in tutto il mondo in relazione alla parola in questione è la seguente: "rettificare è da saggi". Tutti, in un momento o nell'altro, abbiamo fatto uso di questa frase, che è opera di Alexander Pope (1688 - 1744). È un poeta inglese che era ben noto per le sue traduzioni delle opere di Omero e le cui opere più significative includono "Saggio sulla critica" (1711), "La Dunciade" (1728) e "Saggio sull'uomo" (1734).
È importante sapere che in relazione ai media esiste il cosiddetto diritto di rettifica. Questo può essere usato da una persona che ritiene che un qualsiasi mezzo di comunicazione abbia diffuso informazioni su di lui o lei che ritiene essere inesatte e a suo grande danno. In questo caso, la persona deve inviare una lettera al direttore del media entro sette giorni di calendario dalla trasmissione, spiegando ciò che desidera sia rettificato. Se la richiesta è pienamente conforme alla legge, la rettifica sarà effettuata. Ma in caso contrario, spetterà ai giudici stabilire se è obbligatorio o meno.
Supponiamo che un giornalista commenti in un programma televisivo che un funzionario X è corrotto. Questo funzionario, dopo averlo sentito, esige che si corregga, altrimenti lo denuncerà per calunnia. Il giornalista, che non ha prove a sostegno dei suoi commenti, deve finalmente rettificarsi e chiarisce che nessun atto di corruzione è stato provato contro il funzionario X.