Alessitimia
L'alessitimia è un disturbo neurologico che causa a chi ne soffre una nota incapacità di controllare e riconoscere le proprie emozioni e, quindi, li porta ad avere difficoltà nell'espressione verbale.
Concretamente, possiamo stabilire che le caratteristiche che ogni persona che soffre di questa malattia ha sono le seguenti: difficoltà sia nell'identificare che nel descrivere emozioni e sentimenti, ridotta capacità di fantasia, problemi nel differenziare tra quelle che sono sensazioni provate dal proprio corpo e quelle che sono sentimenti, notoria preoccupazione per fatti o dettagli esterni...
Secondo alcune statistiche, l'alessitimia colpisce l'8% degli uomini e l'1,8% delle donne. Inoltre, colpisce il 30% delle persone con disturbi psicologici e l'85% degli individui con disturbi dello spettro autistico.
Il concetto è stato sviluppato dallo psichiatra Peter E. Sifneos nel 1972. Mentre lavorava con John C. Nemiah al Beth Israel Hospital, Sifneos notò che un gran numero di pazienti con disturbi psicosomatici avevano grandi difficoltà a riferirsi alle loro emozioni.
Gli neurologi hanno scoperto che gli alessitimici hanno un'anomalia nell'area del cervello responsabile dell'analisi e della formulazione delle emozioni. Invece di sviluppare un'attività cerebrale commisurata al grado emotivo di ogni scenario, le persone con questo disturbo neurologico riflettono un processo che varia da molto debole a molto intenso, il che influisce sul giusto apprezzamento di ogni emozione.
Le cause dell'alessitimia possono iniziare ad apparire nella prima infanzia, quando il bambino non ha ancora stati mentali gerarchici associati ai concetti. Pertanto, affrontano le emozioni attraverso il loro corpo. Se i genitori non sono in grado di fornire al bambino informazioni verbali sulle emozioni che sta cominciando a provare, il bambino può sentire che quello che gli sta succedendo non può essere spiegato a parole.
Gli esperti in questo campo, oltre a tutto quanto sopra, classificano fondamentalmente questa malattia in due classi. Così, da un lato, c'è l'alessitimia primaria, che ha la sua origine in una questione biologica e quindi appare come conseguenza di un difetto o carenza neurobiologica che è il risultato di fattori ereditari.
E dall'altro lato, troveremmo la cosiddetta alessitimia secondaria, che è quella che nasce da una serie di situazioni drammatiche vissute da un individuo sia nell'infanzia che in età adulta. Questi potrebbero andare dai rapimenti all'aver assistito a certi momenti duri durante il corso di una guerra.
In quest'ultimo caso specifico di alessitimia, è importante sottolineare che chi ne soffre sopprime tutte le emozioni o sensazioni dolorose, reprimendo i propri sentimenti, come forma di difesa. Ma non è solo in modo difensivo, per proteggersi, che si produce questa incapacità legata ai sentimenti, ma anche come forma di negazione di fronte a quelli che potrebbero essere traumi o conflitti di diverso tipo.
Anche se l'alessitimia è stata osservata per la prima volta in soggetti con disturbi psicosomatici, oggi è anche associata alla tossicodipendenza, ai disturbi alimentari, alla psicopatia e al disturbo post-traumatico da stress.